James Bond: licenza di… offendere

Dopo i libri di Ian Fleming, anche i film di 007 ricevono un disclaimer.

Lo scorso anno Ian Flemings Publications ha edito le nuove versioni censurate dei romanzi originali di James Bond 007 per celebrare i 70 anni dalla pubblicazione di Casino Royale (il primo libro della serie), dove l’agente 007 fa la sua prima apparizione. Casino Royale arriverà poi al cinema nove anni più tardi, precisamente nel 1962, con il volto di Sean Connery nel film Agente 007 – Licenza di uccidere. Il motivo della censura fu dovuto al fatto che alcuni testi erano stati giudicati inappropriati per il pubblico moderno e la casa editrice, che detiene i diritti d’autore, ha commissionato una revisione per cancellare parole che oggi potrebbero suscitare polemiche perché riflettono una cultura e una società ormai lontana da quella odierna. Allo stesso modo, per quanto riguarda le versioni cinematografiche, ci sono stati critici che hanno sottolineato come i film di James Bond mostrino spesso atteggiamenti sessisti, colonialisti e omofobi, proponendo di fatto “stereotipi razziali obsoleti”.

Il disclaimer

Così, ogni nuova edizione di libri della saga di James Bond ha riportato e riporterà la dicitura: “Questo libro è stato scritto in un’epoca in cui erano comuni termini e atteggiamenti che potrebbero essere considerati offensivi dai lettori moderni”. Lo stesso vale per le versioni cinematografiche. Il British Film Institute, organismo incaricato di promuovere e preservare il meglio del cinema britannico, ha stabilito infatti di riportare il seguente avviso prima di alcuni film della saga di Bond: “Si prega di notare che molti di questi film contengono linguaggio, immagini o altri contenuti che riflettono le opinioni prevalenti all’epoca, ma causeranno offesa oggi (come allora). I titoli sono inclusi qui per ragioni storiche, culturali o estetiche e queste opinioni non sono in alcun modo approvate dal BFI o dai suoi partner.”

Le scene censurate

In particolare, i film finiti al centro d questa “assurda iniziativa”, come la definiscono i critici inclusi i tabloid come il Daily Mail, sono Si Vive Solo Due Volte e Missione Goldfinger, pellicole con protagonista Sean Connery. Le scene “incriminate”, in dettaglio, sono quelle in cui 007 sfoggia le sue doti da seduttore, come quella in Missione Goldfinger, dove la spia seduce, imponendosi fisicamente, Pussy Galore (l’attrice Honor Blackman) o quella di Si Vive Solo Due Volte, in cui Bond si traveste assumendo dei tratti “orientali”.

Le parole di una Bond Girl

Ovviamente, non tutti i fan sono stati contenti di questo “bollino rosso” a 007. L’etichettatura dei film è stata criticata anche da una ex star della saga, Jenny Hanley, che interpretò la Bond Girl in Al Servizio Segreto di Sua Maestà, film con George Lazenby: “Penso che sia offensivo darci un avviso. È babysitteraggio. Tutti sanno un po’ del film che stanno per vedere. In primo luogo, perché costa così tanto oggigiorno, ma in secondo luogo non vuoi andare a vedere un film di cui non sai nulla. I film di Bond sono stati fatti negli anni ’60 e la definizione è cambiata. Ora sembra che se sei infastidito da qualsiasi cosa, tu sia la parte innocente. Sei woke e tutti gli altri hanno torto. Non puoi cancellare qualcosa del genere. Voglio dire, è stato scritto negli anni ’50 ed è quello il periodo. Vuoi cambiare Shakespeare e dire che non puoi studiare Shakespeare a scuola ora perché Romeo e Giulietta erano minorenni e c’era sesso, omicidio, avvelenamento e annegamento nelle sue opere? Diventi molto facilmente una vittima, penso. È come fare la babysitter. Le persone sanno cosa stanno per vedere e se non lo sanno avrebbero dovuto fare i compiti. E se sono sconvolte è la loro percezione”.