Beyoncé ancora una volta “in bianco”

Attaccata per essersi “sbiancata”. La madre la difende.

Già nel 2008 Beyoncé finì nel mirino e fu bersaglio di critiche a causa di una campagna di L’Oréal (di cui è stata testimonial per ben sette anni) dove apparì con una pelle chiarissima e una massa di capelli biondi. Persino per i fan era quasi irriconoscibile. Eppure, ai tempi, la cantante affermò di non saperne nulla di eventuali modifiche apportate al suo incarnato. Da parte loro, anche i rappresentanti di L’Oréal negarono di aver alterato in alcun modo i lineamenti e il tono della pelle di Beyoncé.

Il caso fece scalpore e alcuni dermatologi (invitati a dire la loro) dichiararono che, a parer loro, non si sarebbe trattato di un semplice ritocco con Photoshop, ma di una cura a base di acido cogico e didrossibenzene, sostanze che schiariscono la pigmentazione della pelle. Insomma, la vicenda parve molto simile a quella di Michael Jackson.

Nel 2012, ancora una volta, Beyoncé fece parlare per la copertina del suo quarto album: nell’immagine la cantante sfoggia ancora una volta un incarnato sorprendentemente pallido e capelli color biondo platino.

Nelle ultime ore, la polemica si è ripetuta ancora. Alla prima del suo film “Renaissance: A Film by Beyoncé” a Los Angeles, Beyoncé si è mostrata con un look che ha immediatamente suscitato feroci critiche sui social, che la accusano (di nuovo) di essersi “sbiancata”. Questa volta, in sua difesa è intervenuta la madre, la fashion designer Tina Knowles, con in un lungo post su Instagram: “Ho deciso di scrivere un post dopo aver visto tutti i commenti stupidi, ignoranti, razzisti su di lei, la pelle chiara e il fatto che aveva i capelli color platino per sembrare bianca (…) Voi idioti decidete che lei sta cercando di diventare una donna bianca e per questo si sta scolorando la pelle? Che tristezza che alcuni della sua stessa gente (intendendo gli afro americani, ndr) vanno avanti con questo tema, con odio e gelosia. Ma davvero? Aveva i capelli platino per fare pendant con il vestito...” conclude così, riferendosi al dress-code della serata, che imponeva il color argento.