È la prima donna a capo dell’Ateneo nei 475 anni della sua storia e la prima in Sicilia.
Giovanna Spatari è il nuovo rettore dell’Università di Messina per il periodo 2023-2029. È la prima donna a capo dell’Ateneo nei 475 anni della sua storia e la prima in Sicilia. Ha ottenuto 624 preferenze. Il quorum era fissato a 595 voti. Il suo “sfidante”, Michele Limosani, ha ottenuto 555 voti.
L’elezione di Giovanna Spatari arriva dopo le dimissioni dell’ex rettore Salvatore Cuzzocrea, a seguito dell’inchiesta sui presunti maxi rimborsi.
Le dichiarazioni
La Spatari subito dopo la proclamazione ha commentato: “Questo entusiasmo è bellissimo. Sono felice di essere insieme a tutti voi e ringrazio il corpo elettorale ed i colleghi docenti che hanno voluto concedermi la loro fiducia. Garantisco il mio massimo impegno ed una assoluta dedizione per il prossimo sessennio che si presenterà, sicuramente, con sfide intense e stimolanti”.
Ma il nuovo rettore ci tiene a sottolineare che il suo desiderio è diventare “lo strumento che garantisca a tutti un clima di lavoro sereno ed il raggiungimento dei migliori obiettivi possibili per il nostro glorioso Ateneo. Dedico l’elezione della prima rettrice donna di questa Università ad Antonella Cocchiara, Angela Bottari ed a tutte le altre compagne di questo incredibile viaggio. Esistiamo e lavoriamo perché ci sono gli studenti, che rappresentano il nostro target di riferimento più importante e per il quale dobbiamo spendere tutte le nostre energie”.
E per il futuro ha le idee molto chiare: lottare per garantire ai ragazzi “una Università sempre più moderna ed al passo coi tempi, affinché non debbano più prendere treni o aerei per studiare in altre sedi e possano crescere ed affacciarsi al domani con fiducia e fierezza insieme a noi”.
Il candidato sconfitto
Michele Limosani invece ha commentato: “Le urne ci consegnano un Ateneo diviso su due posizioni. La professoressa Spatari sarà chiamata a un lavoro di ricucitura per il quale ritengo che tutta la comunità dovrà offrire il proprio contributo. Anche io sono pronto a fare la mia parte, ferma restando la necessità che i valori sui quali ho improntato il mio programma possano rappresentare un punto di riferimento per il nuovo governo di Ateneo”.
Il candidato rettore sconfitto sottolinea: “Rispetto delle regole e delle persone, valorizzazione del merito, inclusività sono concetti rispetto ai quali, tanto per me quanto per coloro che mi hanno votato, non si potrà negoziare se si vorrà realmente voltare pagina”.