Le Forze di Difesa Israeliane ha riferito che circa 80 terroristi sono stati trovati nel paese durante la notte, mentre i combattimenti continuavano in sei località lungo il confine con Gaza.
Secondo quanto riferito dai media israeliani, sono stati colpiti 800 obiettivi di Hamas a Gaza dall’esercito. Un portavoce delle Forze di Difesa, pubblicando un video su X, ha riferito:
“I combattimenti sono ancora in corso nel sud di Israele, i terroristi sono ancora nel Paese, sono entrati all’incirca un migliaio di palestinesi assetati di sangue, sono andati di casa in casa, di edificio in edificio, per massacrare civili e soldati israeliani. Purtroppo la cifra astronomica di 700 israeliani uccisi è destinata a non rimanere tale. Mai nella storia di Israele ci sono state così tante vittime a causa di un singolo attacco”.
Israele ha dichiarato lo stato di guerra e si prepara ad un conflitto di lunga durata, compresa la probabile operazione di terra a Gaza, al cui confine il conflitto si sta intensificando. Sono queste “le significative azioni militari” votate dal Consiglio di Sicurezza del governo Netanyahu e che il primo ministro aveva annunciato poche ore dopo l’attacco nemico, evocando “una campagna di un’impetuosità e di un’ampiezza mai viste prima”.
Senza dimenticare il crescente nervosismo nel nord con Hezbollah – alleati come Hamas dell’Iran – dove ci sono stati scontri a fuoco tra le due parti. I numeri parlano della forza del conflitto in corso: in Israele le vittime dei raid di Hamas, comprese quelle della terribile strage del rave party israeliano al confine, sono arrivate a oltre 700. Dei circa 2.500 feriti, molti sono gravi. E centinaia risultano ancora dispersi. Tel Aviv e Gerusalemme sembrano città fantasma, con la popolazione barricata nelle proprie case dopo la pioggia di razzi di sabato. Il Paese si sta chiudendo: una compagnia aerea dopo l’altra cancella i voli da e per l’aeroporto Ben Gurion. Molti turisti, non solo italiani, sono rimasti a terra.
Dall’altra parte, quella di Gaza, le morti sotto i furiosi attacchi dell’aviazione israeliana hanno raggiunto oltre 400 tra civili e miliziani, con 2.300 feriti. Prima di qualsiasi azione sul terreno, l’esercito israeliano deve liquidare le sacche di resistenza al confine con la Striscia, dove sono ancora in corso scontri tra miliziani e soldati di Hamas. Per ammissione dello stesso portavoce militare Danel Hagari, 48 ore dopo l’attacco “le forze di Hamas restano sul territorio israeliano”.