“Ho sempre avuto paura di essere cristallizzato dalla televisione”.
Manuel Agnelli, il rocker e giudice di X Factor si racconta in un’intervista a Vanity Fair e parla del suo rapporto con la televisione, con la musica, ma anche con l’ego e le proprie debolezze interiori.
Il rapporto con il tempo e la TV
Manuel Agnelli è il giudice più anziano di questa edizione, e alla domanda di che tipo di rapport abbia con il tempo sottolinea: “Paradossalmente, con il passare degli anni, è migliorato. Quando ero più giovane ero ossessionato dal dover fare qualcosa che avesse un senso. C’erano tante cose positive in quel periodo ma, sicuramente, avevo uno spirito bello pesante”. Il cantante si dice oggi contento di ciò che ha fatto, “anche delle cose più stupide, perché mi hanno arricchito da un punto di vista personale: è meglio concentrarsi sul percorso e non fare troppo caso agli obiettivi, perché gli obiettivi promettono e promettono ma spesso ti fanno perdere la vita e ti mettono in stand-by”. Come ad esempio “essere indipendenti, sapere bene cosa si vuole, non perdere tempo nelle cose che non ti piacciono e imparare a dire di no in maniera molto più semplice”.
Ma era il tempo giusto per tornare a X Factor? “Molti hanno sottolineato il fatto che entri ed esca, ma la verità è che faccio tante cose: televisione, teatro, radio e, naturalmente, musica da sempre”, ha detto Manuel Agnelli. “Sono tutte cose che mi hanno reso completamente libero, visto che non dipendo da nessuno di questi ambienti perché, se va male in uno, ci sono gli altri. Sono tornato a fare musica come quando ero ragazzino, seguendo puramente un fattore emozionale e liberandomi da una certa pressione psicologica, ma devo dire che ho sempre avuto paura di essere cristallizzato dalla televisione”.
L’ego e la carriera
E parlando di arte, Manuel Agnelli chiarisce che l’ego conta molto nella costruzione di una carriera. “Di base riconoscere il proprio ego e celebrarlo è alla base dell’arte. Quando sento che un artista non deve essere egocentrico e deve essere umile penso che sia una cazzata gigantesca”, chiarisce. “L’umiltà nell’arte non esiste. Esiste forse a livello umano, anche se non l’ho mai vista in vita mia. Anche l’eremita che va sul monte per avvicinarsi a Dio non è umile, perché vuole comunque avvicinarsi a Dio che non è una cosa piccola. Penso che sia concetto un po’ ipocrita. Io di natura non sono sempre così arrogante, ma sarei un bugiardo se dicessi che l’ego non è contato nella mia vita, perché mi ha aiutato a riconoscere davvero quello che mi faceva stare bene e quello che mi faceva stare male”.